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Altri libri: Graphic novel Il signore delle mosche
Il graphic novel è il risultato di cinque anni di ricerche condotte dall’autrice per riportare alla luce la memoria di uno dei periodi climaticamente più duri della storia delle Grandi Pianure americane: il Dust Bowl.
Attraverso gli occhi e l’obbiettivo del fotografo John Clark, figura immaginaria, ma che ricorda i veri fotografi che si occuparono di scattare le foto di quel disastro climatico, il lettore ha modo di vedere la devastazione del territorio, la fame e la povertà della gente che lo abita, ma anche il coraggio e la caparbietà di chi sceglie di restare. In questo panorama, John cambia la sua prospettiva, inizia a mettere in discussione il senso del proprio reportage, rendendosi ben presto conto dei limiti della fotografia nel raccontare una tragedia così profonda.
Trama, premi vinti dal graphic, anteprima e biografia autrice su: lo spaziobianco
• Hesse, Karen, et al. Oltre la polvere: romanzo in versi. Salani, 1999.
• Hannah, Kristin, e Federica Garlaschelli. I venti di sabbia. Mondadori, 2021.
• Steinbeck, John, et al. I nomadi. Il saggiatore, 2015.
Nel 1940 il cantautore statunitense Woody Guthrie compose una serie di ballate ispirate al dramma dell’emigrazione, dovuta alla siccità, vissuto in prima persona da migliaia di famiglie durante il Dust Bowl.
Copertina album
Bruce Springsteen invece ha scelto di rendere omaggio al protagonista di Furore , Tom Joad, con la sua canzone :
Now Tom said, “Mom, wherever there’s a cop beatin’ a guy
Wherever a hungry newborn baby cries
Where there’s a fight ‘gainst the blood and hatred in the air
Look for me mom I’ll be there.
Wherever somebody’s fightin’ for a place to stand
Or a decent job or a helpin’ hand.
Wherever somebody’s strugglin’ to be free,
Look in their eyes ma you’ll see me.”
Altri approfondimenti:
Nella graphic novel Giorni di sabbia la fotografia è il cuore pulsante della storia: inizialmente per il protagonista John è solo un lavoro che svolge con sguardo esterno, professionale, distaccato. Ma con il tempo la macchina fotografica diventa uno strumento di coscienza e di empatia. Attraverso l’obiettivo, John si avvicina alla realtà dei contadini, alle loro sofferenze, alle ingiustizie sociali e ambientali. Il fumetto riflette sul potere della fotografia come mezzo per raccontare la verità, ma anche sui limiti e sulle responsabilità etiche.
Scattare una fotografia non è mai un atto neutro: significa scegliere cosa mostrare, cosa nascondere, come rappresentare la dignità umana nel dolore, come come dimostrano le immagini del progetto della Farm Security Adminstration, oggi custodite nella preziosa collezione della Library of Congress grazie alla quale è possibile ammirare foto di Arthur Rothstein, Dorothea Lange e Lee Russell che ci mostrano immagini come:
Un agricoltore durante la Dust Bowl che erige una recinzione per evitare di venir sepolto sotto la sabbia trasportata dalla corrente
Figlio di un contadino nella zona del Dust Bowl
Rifugiati del Dust Bowl lungo l'autostrada vicino a Bakersfield, California
(1937) inondazioni e forti piogge nel Dust Bowl. Auton, Texas
Rifugiata del Dust Bowl da Chickasaw, Oklahoma. Imperial Valley, California
Solchi controvento per arginare la deriva della sabbia. Dust Bowl, a nord di Dalhart, Texas
Contea di Pinal, Arizona. Cartello
Il signor e la signora Schoenfeldt raccolgono barbabietole dal loro orto, nella contea di Sheridan, Kansas
La fotografia è molto più del semplice scattare foto: è uno stile di vita. È quello che senti, quello che vuoi esprimere, è la tua ideologia e la tua etica. È un linguaggio che ti permette di cavalcare l'onda della storia.
Sono prima di tutto un giornalista e un fotoreporter. Vorrei quindi che le persone guardassero alle mie foto non come oggetti d’arte, ma come una sorta di veicolo di realtà lontane che ho avuto modo di toccare con mano. Le mie fotografie hanno il compito di influenzare e provocare la discussione nella società in cui vivo, di stimolare il confronto delle idee. Le mie foto hanno un messaggio preciso, raccontano le storie della parte più nascosta della società. (Cit. Salgado)
Come John Clark, protagonista della graphic novel, anche Sebastião Salgado ha attraversato territori segnati dalla sofferenza e ha trasformato il proprio sguardo in un atto di responsabilità etica. Le sue immagini non mostrano solo ciò che accade, ma invitano chi guarda a riflettere, a non rimanere indifferente.
La fotografia è dunque memoria, testimonianza, scelta di sguardo.
Nel cinema, il tema della fotografia diventa occasione per esplorare la realtà, raccontare storie intime o collettive, interrogarsi sul confine tra osservazione e partecipazione.