«Noi non siamo solo ragazzini che si annoiano. Siamo un esercito di idee. E nessuno ci sta ascoltando.»
Una banda di sognatori arrabbiati
Non sono eroi. Non sono nemmeno “cattivi ragazzi”.
Francis, Tim, Joey e gli altri sono studenti di una scuola cattolica che disegnano fumetti blasfemi, si inventano missioni impossibili, ridono delle suore e si danno coraggio a vicenda.
Ma sotto la superficie c’è molto di più: senso di colpa, famiglie complicate, segreti, dolore.
C’è un’età in cui smetti di fare finta e inizi a capire che certe ferite non guariscono con una risata.
Quel momento è esattamente qui.
Fumetti e realtà: quando la fantasia non basta
I ragazzi creano un mondo parallelo dove possono essere supereroi, vendicarsi, sentirsi forti.
Ma nella vita vera, il dolore arriva lo stesso.
Il libro alterna ironia e tragedia, spingendoti a riflettere su cosa significhi davvero diventare grandi, quando tutto dentro è ancora in subbuglio.
Punk, poesia e scuola cattolica
Sembra una barzelletta, e invece è il cuore del romanzo: la tensione tra l’educazione rigida e la voglia di esplodere.
Fuhrman racconta l’adolescenza con uno stile crudo e sensibile insieme, pieno di sarcasmo, ma anche di struggimento.
Ti resterà dentro se...
Da sapere
Chris Fuhrman ha scritto questo romanzo mentre era malato. È morto prima di vederlo pubblicato.
Eppure Vite pericolose di bravi ragazzi è tutto tranne che un libro triste.
È un grido. Una risata amara. Un fumetto disegnato di notte.
Un addio e un inizio, insieme.