La letteratura di Vasilij Grossman ci aiuta a capire il passato e il presente.

«Le fiamme divampavano ovunque, appiccate da decine di migliaia di bombe incendiarie… Enorme, la città si spegneva tra il fumo, la polvere e il fuoco, nel boato che scuoteva il cielo, l’acqua e la terra».

L’ambientazione storica del romanzo Stalingrado di Vasilij Grossman, che Adelphi propone in traduzione per la prima volta in Italia, è impressionante per l’evidente attualità. Si tratta della storia dell’assedio di Stalingrado, la più eclatante sconfitta dell’asse tedesco/italiano durante il secondo conflitto mondiale. La furiosa battaglia scatenata contro la città di Stalingrado, quell’assedio che nelle menti di Hitler e di Mussolini sarebbe dovuto essere definitivo e che trovò, invece, straordinaria resistenza degli abitanti russi, ci riporta agli orrori bellici cui da settimane assistiamo immersi a leggere i giornali e a guardare i telegiornali. Grazie alla prosa dello scrittore Grossman, restituita in una lingua italiana fluida dall’ottima traduzione di Claudia Zonghetti, conosciamo la guerra attraverso la letteratura. Più ancora che in Vita e destino, in Stalingrado l’autore attua una perfetta tecnica romanzesca che lega le vite dei singoli al corso della Storia. La guerra fa da sfondo ad amori, gioie, dolori, allontanamenti, ricongiungimenti tra donne e uomini dai cuori ancora palpitanti e vivi nonostante l’incombere della morte. Pare davvero di leggere del nostro presente. Meditazioni sul male, sulla distruzione, su quanto ogni guerra sia insensata e atroce.  Vasilij Grossman è stato un grande reporter e la sua esperienza di giornalista lo aiuta a descrivere da narratore le figure di Hitler, di Stalin, di gerarchi nazisti e di capi di battaglioni e di armate sovietici. 
«Chi compie crimini contro l’umanità è un criminale, e non smette di esserlo perché la storia serba memoria di quanto ha commesso: sono le sue devastazioni che i secoli ricorderanno. Non sono eroi: sono carnefici e sono farabutti. Sono figli di forze oscure e cieche». 
La grande letteratura ha la capacità di sbalzarci dal passato al presente, come non fosse trascorso nemmeno un giorno. E mentre ci racconta di un mondo in fiamme, Vasilij Grossman non smette di celebrare la vita. 

grossman.jpgVasilij Grossman
Nato in Ucraina da una famiglia ebraica nel 1905, scrittore e reporter, fu inviato in guerra durante l’assedio di Stalingrado.

 

 

 

 

Stalingrado, Adelphi, 2022
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