Dipendenze

 

NOI, I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO
CREPACUORE
DONNE CHE AMANO TROPPO

 

christiane_f_cop.jpgNOI, I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO, Christiane F ; postfazione di Vittorino Andreolileggi_la_recensione_0.png

Autore: Christiane Vera Felscherinow, nota anche con lo pseudonimo di Christiane F., è una scrittrice e musicista tedesca, autrice con i giornalisti Kai Hermann e Horst Rieck del libro Wir Kinder vom Bahnhof Zoo, pubblicato per la prima volta in Germania nel 1978. 

Berlino, anni Settanta, quartiere dormitorio di Gropiusstadt. Christiane F. ha dodici anni, un padre violento e una madre spesso fuori casa. Inizia a fumare hashish e a prendere Lsd, efedrina e mandrax. A quattordici anni per la prima volta si fa di eroina e comincia a prostituirsi. È l'inizio di una discesa nel gorgo della droga da cui risalirà faticosamente dopo due anni. La sua storia, raccontata ai due giornalisti del settimanale "Stern" Kai Hermann e Horst Rieck, è diventata un caso esemplare, una denuncia dell'indifferenza della nostra società verso un dramma sempre attuale. Una testimonianza cruda, la fotografia di un'epoca. Postfazione di Vittorino Andreoli.
 

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creoacuore_cop.jpgCREPACUORE : storia di una dipendenza affettiva, Selvaggia Lucarellileggi_la_recensione_0.png

Autore: Selvaggia Lucarelli è del 1974 e, oltre ad essere una scrittrice, è una giornalista e conduttrice radiofonica. È stata anche autrice e attrice di commedie teatrali, spesso insieme al comico Max Giusti. La notorietà è arrivata con il blog e il programma radiofonico omonimo Stanza Selvaggia. L’autrice ha scritto per il Fatto Quotidiano e, dal 2021, scrive sul quotidiano Domani. Il tema delle dipendenze affettive è stato affrontato dalla Lucarelli anche nel suo podcast Proprio a me, prodotto da Choramedia. 

"Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell'esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza". Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l'ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l'amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un'asfissiante sindrome abbandonica: "Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L'unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza". Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos'era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: "Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi".

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donne_amano_troppo_cop_0.jpgDONNE CHE AMANO TROPPO, Robin Norwood

Robin Norwood è una psicoterapeuta americana che sull’onda della sua storia ed analisi personale, decide di dedicarsi all’ambito delle dipendenze.leggi_la_recensione_0.png
Donne che amano troppo per molti potrebbe essere una rivelazione: qual è la motivazione che spinge molte donne ad ossessionarsi per un uomo sbagliato per loro? L’esemplificazione che viene fatta è tutta al femminile, tuttavia l’autrice non nega che le storie che vengono raccontate possano avere come protagonisti soggetti maschili.
Una raccolta di storie vere, che si alternano seguendo un ritmo ben preciso, quello della consapevolezza.

 

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