OLIMPIADI DI TOKYO 2020
Le Olimpiadi che in questo 2021 sono arrivate con un anno di ritardo, per il motivo che purtroppo conosciamo, arrivano direttamente dall’antica Grecia. Avevano già pensato gli Antichi Greci, cultori della poesia e dello sport ad abbinare entrambe le discipline. Le prime Olimpiadi prevedevano infatti, oltre alle gare di corsa a piedi o con i carri, al pugilato e al pancrazio, gare di poesia: Pitiche, Nemee, Istmiche e Olimpiche sono opere che celebrano le gesta dei campioni del tempo.
“Ora, Eco, scendi alle mura fosche della casa di Persefone
e porta a suo padre la notizia radiosa:
quando vedi Cleomaco, digli del figlio
che nella vallata famosa di pisa si coronò
la giovane chioma con ali di premi gloriosi”
(Pindaro, Olimpica XIV per Asopico di Orcomeno, nello stadio)
De Coubertin nelle sue Memoires Olympiques definisce le Olimpiadi “festa di tutte le forme dell’attività giovanile” tra cui letteratura, poesia, pittura, scultura, musica. Il primo vincitore fu proprio de Coubertin nel 1912 con l”Ode allo sport”. Tali competizioni cessarono con i Giochi di Londra del 1948. L’ultimo campione olimpico di poesia epica fu il triestino Gianni Stuparich.
Il rapporto tra poesia e sport nelle storia letteraria italiana inizia da Dante e il XVI canto dell'Inferno ("Qual sogliono i campion far nudi e unti, / avvisando lor presa e lor vantaggio, / prima che sian tra lor battuti e punti"). Ricordiamo poi Lorenzo de' Medici (Il canottiere), Torquato Tasso (il duello di scherma fra Tancredi e Argante da La Gerusalemme liberata). Il Canto di giuocatori di palla al maglio di Anton Francesco Grazzini detto il Lasca. In epoca moderna, i versi estratti dal Giorno di Giuseppe Parini gettano luce sulla concezione educativa e insieme aristocratica dell'addestramento fisico. A un vincitore nel pallone di Giacomo Leopardi secondo la critica segna l’inizio della moderna poesia sportiva. Il Canto dei ciclisti di Vittorio Betteloni è tra i primi componimenti dedicati alla bicicletta, e via via, dalle parole in libertà di Filippo Tommaso Marinetti alle poesie di Umberto Saba, Eugenio Montale, Alfonso Gatto, Vittorio Sereni, Roberto Roversi, Giovanni Giudici, Primo Levi (Il decatleta). Ricordiamo quanto scrisse, tra l’altro Eugenio Montale:“Amo l’atletica perché è poesia Se la notte sogno,sogno di essere un maratoneta.
Il 2021 è stato anche l’anno dei Campionati europei di calcio, vinti dall’Italia. Abbiamo scoperto e riscoperto poeti italiani che hanno amato e dedicato versi a questo sport. Tra gli altri: Giovanni Arpino, Giovanni Raboni (Allo stadio andavamo presto), Vittorio Sereni, Edoardo Sanguineti, Giuseppe Ungaretti, Umberto Saba (Cinque poesie sul gioco del calcio). Ricordiamo poi la passione di Pier Paolo Pasolini per il calcio.
Il calcio e la poesia
Il calcio e la poesia: dalle odi di Leopardi e Saba al ricordo di Levratto e Meroni
Consigliamo:
La solitudine dell'ala destra, Fernando Acitelli
Segnaliamo “La Solitudine dell’ala destra” di Fernando Acitelli che ha raccontato 185 giocatori che hanno fatto la storia del calcio, di cui ha eseguito il ritratto in rapidi efficacissimi versi. ”La storia poetica e struggente di un manipolo di eroi che hanno trovato, accanto all’album delle figurine Panini, un altro luogo, fatto di parole, per restare tra noi”.
Le olimpiche, Pindaro
Composte nella prima metà del V secolo a. C. celebrano con toni eroici le vittorie dei concorrenti nelle diverse discipline sportive. E sono tuttavia anche una dolente meditazione sull’uomo, una esplorazione delle zone oscure della condizione umana e dell’ambiguo rapporto tra uomini e dei. Un testo ancora sorprendentemente attuale.