«Vuoi sapere come passo il tempo? Cammino sul prato davanti, fingendo di strappare erbacce, ciuffi di trifoglio selvatico… In realtà sto cercando coraggio, qualche indizio che la mia vita cambierà».

Louise Glück

Premio Nobel nel 2020, Louise Glück è stata una poetessa e saggista statunitense.

Le poesie di Glück sono famose per la loro asciuttezza linguistica e il tono austero. L'uso attento delle parole ha messo Glück nel solco di quei poeti americani che apprezzano la feroce compressione lirica, da Emily Dickinson a Elizabeth Bishop. Tra studiosi e critici si è discusso se quella di Louise Glück debba essere considerata poesia confessionale, per la prevalenza della modalità in prima persona e la presenza di argomenti intimi, spesso ispirati da eventi personali. 

Uno di questi argomenti, nel lavoro di Glück è rappresentato dal trauma: Glück durante la sua carriera ha scritto sulla morte, la perdita, il rifiuto, il fallimento delle relazioni e i tentativi di guarigione e ripresa. Per la poetessa il trauma è tuttavia una porta che conduce a un maggiore apprezzamento della vita. Il rapporto tra le forze opposte della vita e della morte nell'opera di Glück indica un altro dei suoi temi comuni: il desiderio. Glück ha spesso scritto in modo esplicito su molte forme di desiderio, ad esempio il desiderio di amore e attenzione, di intuizione o di capacità di trasmettere la verità, ma il suo approccio al desiderio è contrassegnato dall'ambivalenza. 

Un'altra dimensione presente in Glück è la natura, che fa da ambientazione a molte delle sue poesie. Tuttavia il paesaggio appartiene più al regno linguistico che a quello geografico, è un paesaggio di sogno, fatto di immagini simboliche o archetipiche (la coltivazione, il raccolto, i buoi aggiogati, i covoni, sono un complesso figurativo associato al tema della maternità.

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