La rivista

Internazionale è un settimanale italiano d'informazione fondato nel 1993 da Giovanni De Mauro e ispirato dall'equivalente francese Courrier International (1990). Pubblica articoli della stampa straniera tradotti in lingua italiana ed è diretto da Giovanni De Mauro. Esce in edicola ogni venerdì. Ha un sito web con newsletter quotidiane d'informazione e una raccolta dei link ai giornali di tutto il mondo. Il settimanale è anche disponibile in versione digitale come PDF, MP3 e applicazione per Android e iOS. Parallelamente al lavoro della rivista, Internazionale ha pubblicato tramite la propria casa editrice la collana Fusi orari, una serie di libri che spaziano tra reportage, saggi, narrativa, testimonianze, fotografie e fumetti.

Può contare su un pubblico di circa 123 000 lettori, di cui 33 000 copie in abbonamento e 90 000 in edicola. Pubblica regolarmente articoli e commenti di Amira Hass, Zuhair al Jezairy, Noam Chomsky, Maksim Cristan, Serge Enderlin, Leo Hickman, Nick Hornby, Tobias Jones, Paul Kennedy, Rami G. Khouri, Claude Leblanc, Tomás Eloy Martínez, John Matshikiza, Efraim Medina Reyes, David Randall, David Rieff, Milana Runjic e Yoani Sánchez. Su Internazionale scrivono ed hanno scritto anche alcuni autori italiani, come Tito Boeri, Pier Andrea Canei, Giorgio Cappozzo, Tullio De Mauro, Goffredo Fofi, Loretta Napoleoni, Luca Sofri, Domenico Starnone e Annamaria Testa. Il settimanale inoltre, pubblica storie a fumetti e illustrazioni di Gipi, Joe Sacco, Marjane Satrapi, Art Spiegelman, Anna Keen, Aleksandar Zograf e Zerocalcare. Nel 2011 ha vinto il Premiolino con la seguente motivazione: «Da quasi un ventennio attento e utile traslatore del meglio della stampa mondiale per il pubblico italiano, con un'attenzione particolare alle immagini fotografiche e al nuovo "graphic journalism"».

Approfondimenti

Nei recenti numeri di ottobre spiccano reportage sulla situazione socio-politica in Iran, Russia e Cina. In particolare, nel numero uscito il 14 ottobre, grande rilevanza è data all’inchiesta su Xi Jinping, in attesa del terzo mandato come leader della Cina. Il reportage raccoglie tre contributi da The Economist (UK) e dalle pagine online di Nikkei Asia (Giappone), The Initium (Singapore) e Sixth Tone (Cina). L’analisi, oltre ad approfondire la figura politica di Xi Jinping, si concentra sui rapporti tra Cina e Russia, sull’attuale struttura del Partito comunista e sulle condizioni socio-economiche dei giovani cinesi nonché sulle loro aspettative circa il futuro.

Consigliato dalle biblioteche

fermare_pechino_cop.jpgFermare Pechino. Capire la Cina per salvare l’Occidente / Federico Rampini. Milano: Mondadori, 2021
«Questo libro è un viaggio nel grande paradosso di una sfida planetaria. Vi racconto una faccia della Cina troppo nascosta e inquietante, che l'élite occidentale ha deciso di non vedere. Rivelo il gioco dei corsi e ricorsi, tra due superpotenze che si studiano e si copiano a vicenda. E spiego il Nuovo Grande Esperimento Americano, che tenta di invertire il corso della storia prima che sia troppo tardi». Federico Rampini racconta una sfida fatta anche di contaminazione reciproca, perché alcuni problemi sono simili: dalle diseguaglianze sociali allo strapotere di Big Tech, dalla crisi ambientale e climatica alla corsa per dominare le energie rinnovabili. Rampini mette a nudo gli aspetti meno noti della Cina di Xi Jinping, con un viaggio insolito nella cultura etnocentrica e razzista degli Han, le abitudini di vita dei Millennial, l'imperialismo culturale nella saga cinematografica del Guerriero Lupo, la letteratura di fantascienza come stratagemma per aggirare la censura, la riscoperta di Mao, le mire aggressive, il militarismo. Senza sottovalutare il groviglio di sospetti che ancora circondano le origini del Covid. L'Esperimento Biden vuole opporre all'espansionismo aggressivo di Pechino un modello socialdemocratico ispirato a Roosevelt e Kennedy. Si scontra però con le divisioni interne all'America. Il capitalismo americano dei Trenta Tiranni ha stretto un patto diabolico con Pechino. Mezza società americana, inclusa «la meglio gioventù», denuncia il proprio paese come l'Impero del Male, vede nell'Uomo Bianco un persecutore da processare per tutte le ingiustizie della storia. Per fermare Pechino le democrazie occidentali non possono contare sulla coesione, sul nazionalismo e sull'autostima che animano i cinesi. Il rischio che la competizione degeneri fino allo scontro militare è più alto di quanto crediamo. L'Europa è un terreno di conquista per le due superpotenze, perché questa è un'altra sorpresa: sia l'America che la Cina sono uscite rafforzate dalla pandemia. La resa dei conti diventa ancora più affascinante, inquietante, drammatica. Una grande inchiesta nel cuore delle due nazioni che hanno in mano il nostro futuro, firmata da un giornalista e scrittore «nomade globale», con una vita condivisa tra Oriente e Occidente.

 

cina_oggi_otto_parole_cop.jpgLa Cina di oggi in otto parole / Beatrice Gallelli. Bologna, Il Mulino, 2021
Per molti il frutto di una cultura millenaria, per altri solo il più grande mercato di beni e servizi al mondo; un paese lontano e misterioso o il luogo di sviluppo dei moderni assetti capitalistici? La Cina di oggi è ormai protagonista indiscussa della scena globale: come partner commerciale o punto di riferimento ideologico, gran parte dei paesi del mondo ha relazioni con essa. Otto parole chiave ci aiutano a comporre il quadro sociale, politico e culturale della Cina di Xi Jinping, mettendo in luce continuità e cesure rispetto alle grandi trasformazioni storiche dal XIX secolo a oggi. Per comprendere un paese incredibilmente poliedrico e in sempre più rapida evoluzione.

 

 

 

colazione_pechino_cop.jpgColazione a Pechino / Siegmund Ginzberg. Milano, Feltrinelli, 2022
La Cina fa innamorare, ma si può anche odiarla. Molto più difficile cercare di capirla. Siegmund Ginzberg quella Cina l'ha vissuta, intensamente. Dopo averla ripensata e rimuginata a lungo, ha deciso che valeva la pena di raccontarla. Con un filo conduttore sorprendente: la cucina. Perché tutti siamo quello che mangiamo. Ma i cinesi forse lo sono un po' più degli altri. " 'Ti sei resa conto del pericolo che correvi? Non hai pensato che ti ascoltassero? Rivelavi un segreto di Stato a un giornalista straniero. C'è chi anche per meno è finito nei campi di lavoro, o è stato fucilato.' Lei non si era scomposta. Il sorriso era sfociato in una risata: 'Sì, i telefoni sono sorvegliati, questo lo sanno tutti. Ma non in quel momento. Ti ricordi a che ora ti ho telefonato? Era mezzogiorno. Sono tutti a mangiare'. È comico: il più possente apparato di sicurezza al mondo che si blocca perché è ora di pranzo. Il comunismo è uno Stato di polizia dove tutti mangiano alla stessa ora." Perché la Cina è fatta così. Così era la Cina degli anni ottanta del secolo scorso, quando Siegmund Ginzberg era corrispondente a Pechino. Così è la Cina di oggi. Ma così era anche la Cina di millenni fa. E probabilmente sarà la Cina di domani. La Cina è la sua cucina, è come e quando si mangia. È una cucina che varia quanto variano le cucine d'Europa. Come variano i dialetti che là si parlano. Solo due cose uniscono i cinesi, da un capo all'altro del Regno di mezzo: la lingua scritta e l'ora in cui si impugnano le bacchette. Tutto cambia, ma certe cose non cambiano. Il Partito di Xi Jinping resta il più grande Partito clandestino al mondo. Esattamente come era segreta e proibita la Cina di Mao o quella degli imperatori. Ginzberg è stato corrispondente da Pechino per sette anni, dal 1980 al 1987, e questo è il suo racconto personale di quel che era, di quel che è cambiato, e soprattutto di quel che resta immutato.