“Tutto ciò che facevo e che avevo attorno era influenzato dalle persone, in qualche modo. Sfortunatamente per me, le persone sono natura.”
Ash ha dodici anni. Vive in una casa che non sa ascoltare, in una famiglia che vuole tutto chiaro, semplice, definito.
Ma Ash sente qualcosa che sfugge a ogni definizione. Qualcosa che non riesce a dire — e che nessuno sembra disposto ad ascoltare.
Nel bosco, Ash costruisce un capanno. Un rifugio.
È lì che può provare a immaginare un’altra versione di sé.
Forse non un’altra. Forse solo quella vera.
Perché leggerlo
Il capanno di Ash è una graphic novel intensa e delicata allo stesso tempo.
Con tavole morbide, silenzi pieni e sguardi che parlano più delle parole, Jen Wang racconta una storia di identità non binaria, ma anche di famiglia, di crescita, di confusione e di coraggio.
È un libro che non cerca spiegazioni semplici.
Non offre etichette rassicuranti.
Fa una cosa più importante: ascolta.
Cosa resta
Un senso di tenerezza, ma anche di inquietudine.
Il ricordo di uno spazio sicuro costruito con le proprie mani.
E la domanda: chi potremmo essere, se nessuno ci dicesse chi dobbiamo essere?