Nato a Civitavecchia nel 1924, giornalista e fondatore del quotidiano nazionale La Repubblica, Scalfari inizia a scrivere sin da giovanissimo, mentre è ancora uno studente di giurisprudenza, collaborando con testate come Il Mondo e L’Europeo. Il grande salto avviene nel 1955, quando co-fonda il settimanale L’Espresso (vai alla rubrica Il mondo in un foglio), di cui diventa direttore nel 1963.

Uomo di grande cultura e di visione, politico, editorialista, filosofo, scrittore: Eugenio Scalfari non è stato solo un giornalista, ma un intellettuale a trecentosessanta gradi.

È stato insignito di importanti onorificenze, tra cui quella del “cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana” nel 1996 e quello di “Chevalier de la Légion d’honneur” nel 1999.

RaiPlay ne traccia un ritratto attraverso interviste, dibattiti e documentari.

Pur tenendo conto che ogni classificazione delle sue opere all'interno di un ambito disciplinare può risultare fuorviante o riduttivo, vi proponiamo una selezione tra le opere presenti nelle nostre biblioteche, che abbiamo individuato tenendo conto delle sue principali sfere di interesse. 

Giornalismo e politica

“'L'oggettività', spiegava a noi giovani giornalisti, 'è dichiarare subito ai lettori il proprio punto di vista, la particolare angolazione da cui si guardano i fatti'. Fatti che tuttavia vanno capiti fino in fondo prima di essere interpretati.” (Marco Ruffolo, “la Repubblica”)

eugenio_scalfari_e_il_suo_tempo_cop.jpgsera_andavamo_in_via_veneto_cop.jpg\passione_delletica_scritti_1963-2012_cop.jpg

Economia

“Con lui finì la grande ipocrisia dei fatti separati dalle opinioni. E a destra e a sinistra tutti si misero a raccontare l'economia, la famosa scienza triste, come il teatro di Goldoni.” (Francesco Merlo, “la Repubblica”) 

razza_padrona_cop.jpg 

Filosofia e etica

“Sono convinto che la filosofia di Scalfari non sia riconducibile a nessuna scuola in particolare. Essa è stata prevalentemente nomade e si è nutrita anche di letteratura: dall'Odissea alla Recherche di Proust fino ai Quaderni di Malte Laurids Brigge. Le sue incursioni nel mondo antico nascevano dal bisogno di comprendere il canone occidentale. Ma fu in Proust e in Rilke che egli ritrovò il senso della propria inquietudine filosofica e letteraria.” (Antonio Gnoli, “la Repubblica”)

incontro_con_io_cop.jpg alla_ricerca_della_morale_perduta_cop.jpgper_lalto_mare_aperto_cop.jpg

Fede e laicità

“La religione cristiana, soprattutto. Il dialogo con (d)Io. Anche a non voler dar più peso del necessario all'infatuazione-amicizia degli ultimi anni per Francesco. Com'è tipico di moltissimi intellettuali laici, meglio atei, dell'Europa novecentesca – basterebbe Roberto Calasso per tutt'altre vie – il raffronto filosofico con la religione, il sacro, diviene inevitabile. Anche fosse solo per il puntiglio di un enigma da risolvere.” (Maurizio Crippa, “Il Foglio”)

dialogo_tra_credenti_e_non_credenti_cop.jpgil_dio_unico_e_la_societa_moderna_cop.jpgconversazioni_con_carlo_maria_martini_cop.jpg

Autobiografie

“L''Io' scalfariano era debitore della grande avventura di Ulisse, primo e involontario eroe della modernità.” (Antonio Gnoli, “la Repubblica”)

uomo_che_non_credeva_in_dio_cop.jpgracconto_autobiografico_cop.jpgallegria_il_pianto_e_la_vita_cop.jpg

Narrativa

“Scalfari ha 'mimato' la bellezza classica della lingua di Croce; ha interiorizzato quella scintillante e paradossale di Diderot; poi acquisire il gioco aforistico e frantumato della lingua di Nietzsche. Il risultato è chiarezza di pensiero accompagnata dal dubbio e da una certa dose di provocazione intellettuale.” (Antonio Gnoli, “la Repubblica”)

labirinto_cop.jpg ruga_sulla_fronte_cop.jpg