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Colpo di fulmine

lettere_a_felice_cop.jpgLETTERE A FELICE : 1912-1917, Franz Kafka

Franz Kafka conobbe Felice Bauer il 13 agosto 1912 durante una visita a casa di Max Brod.
A partire dal 20 settembre tra i due ebbe inizio una fitta corrispondenza che sfociò in una relazione che potremmo definire abbastanza tormentata, dal momento che Kafka ruppe diverse volte il fidanzamento fino a quando i due non si lasciarono definitivamente nel 1917, e Felice, due anni dopo, sposò Marasse Moritz.

Di seguito la prima delle lettere:

Gentile Signorina,
per il caso facilmente possibile che Lei possa non ricordarsi più minimamente di me, mi presento un’altra volta: mi chiamo Franz Kafka e sono quello che per la prima volta La salutò a Praga quella sera in casa del direttore Brod, poi Le porse da un lato all’altro della tavola fotografie di un viaggio da Talia, l’una dopo l’altra, e infine con questa mano, che ora batte i tasti, tenne la Sua con la quale Lei confermò la promessa di fare con lui l’anno venturo un viaggio in Palestina.
 

Galeotto

LETTERE D'Aabelardo_ed_eloise_cop.jpgMORE, Abelardo ed Eloisa

Nel XII secolo, un logico e teologo di fama europea, chierico e canonico della cattedrale di Parigi, incontra una giovane donna altrettanto celebre per cultura e intelligenza. L'innamoramento è tanto inevitabile quanto scandaloso, e drammatica è la sorte cui i due vanno incontro: sposatisi in segreto in seguito alla nascita di un figlio, vengono osteggiati dalla famiglia di lei, che punisce l'uomo con la più vergognosa delle mutilazioni, e costretti a separarsi e ad abbracciare la vita monastica. La storia d'amore di Abelardo ed Eloisa ci è nota attraverso una sorta di autobiografia in forma epistolare - conosciuta come "Historia calamitatum mearum" («Storia delle mie disgrazie») e qui riproposta - e attraverso le lettere, accorate e disperate, che i due amanti, divisi dal destino, si scambiarono nel corso degli anni. Traboccanti di ricordi e ardenti di passione, queste epistole rievocano i giorni felici con struggente nostalgia, e per la sincerità con cui raccontano un amore sopravvissuto alla tragedia della separazione riescono ancora a parlare al cuore del lettore moderno.

Desiderio

scrivi_sempre_a_mezzanotte_cop.jpgSCRIVI SEMPRE A MEZZANOTTE. LETTERE D'AMORE E DI DESIDERIO, Virginia Woolf, Vita Sackville-West
Due scrittrici, due donne indipendenti, un grande amore. Queste lettere raccontano una storia la cui forza risplende ancora oggi, sfidando i canoni e il conformismo.
Virginia Woolf ha quarant'anni. Insieme al marito Leonard dirige una casa editrice, la Hogarth Press, e il suo nome comincia a essere noto. Sta lavorando alla 'Signora Dalloway', che la consacrerà come una delle scrittrici più rivoluzionarie e apprezzate del suo tempo. Al diario confida di sentirsi vecchia, ma ha appena incontrato la donna che diventerà il suo più grande amore, l'affascinante Vita Sackville-West. Vita ha trent'anni. Anche lei scrittrice, è una giovane donna aristocratica; sposata con un diplomatico, è al centro di una fitta rete di amicizie e di amori. Viaggia molto, scrive poemi e racconti, e quando conosce Virginia è immediatamente attratta dalla sua bellezza spirituale e dal fascino della sua personalità. Poco dopo ha inizio la loro storia d'amore, che queste lettere ci raccontano. L'ampio carteggio tra le due donne andrà avanti per vent'anni: in esso le dichiarazioni appassionate si alternano a improvvise ritrosie, i rimbrotti alle ironie; Vita e Virginia adorano scherzare, prendersi in giro, punzecchiarsi, ma spesso il gioco cede il passo a slanci impetuosi e senza freni. Il volume raccoglie oltre un centinaio di lettere, le più significative, di questa storia, che culminerà per Virginia nella scrittura di Orlando: la biografia di un essere meraviglioso che vive per quattro secoli passando da un sesso all'altro, e che ha le fattezze della bella Sackville-West, è un omaggio a lei, un tentativo di rendere eterna una relazione minacciata dalle tante avventure di cui Vita non riesce a fare a meno. Con gli anni, la passione travolgente si trasforma in amicizia profonda. Vita sarà sempre l'«adorata creatura» di Virginia, l'amazzone dalle gambe lunghe e affusolate che attraversa a grandi falcate le strade del mondo. Allo stesso tempo, Vita non lascerà mai la sua amata, la riempirà di regali e attenzioni, e sarà proprio lei l'unica persona - oltre a Leonard e alla sorella Vanessa - a cui Virginia consentirà di avvicinarsi nei momenti più cupi delle sue malattie. Il loro amore, scrive Nadia Fusini nel suo saggio, «si tramuta in gelosia e in abbandono e trapassa in tradimento e in rimpianto, ma non finisce mai. Le due donne si incontrano, si separano, si scrivono, smettono di scriversi, riprendono a scriversi, e sempre la tenerezza, l'amicizia, la nostalgia riemergono, e tornano la luce e l'incanto».
 

Per sempre

IL LEONE E LA PANTERA : LETTERE Dleone_pantera_cop.jpg'AMORE A LIDIA (1872-1878), Giosue Carducci

Il " leone " evocato' nel titolo è Giosuè Carducci, da tempo professore di Letteratura italiana a Bologna quando incontra, nel 1872, la "pantera" Carolina Cristofori Piva, seducente moglie del militare di carriera Domenico Piva. Tra i due divampa subito una prorompente passione, testimoniata dalle circa seicento lettere scritte dal poeta nell'arco dei sei anni della loro relazione, durante i quali, però, gli incontri furono piuttosto radi. La giovane musa, tuttavia, ribattezzata Lidia e forse da lui resa madre, ispira in questo periodo al Carducci alcune tra le sue liriche più fascinose (qui proposte in Appendice). Le 90 lettere scelte per documentare l'evolversi della relazione sono state, per la prima volta, puntualmente ricontrollate sugli originali conservati nel Museo-biblioteca Casa Carducci di Bologna e reintegrate nella loro lezione originaria, talora censurata nella Edizione Nazionale.

Da perdere la testa

enrico_8_anna_bolena_cop.jpgLETTERE D'AMORE DI ENRICO 8. AD ANNA BOLENA, traduzione a cura di Iolanda Plescia
Scritte negli anni Venti del sedicesimo secolo e riapparse dopo quasi due secoli in un'edizione a stampa del 1714, le lettere d'amore di Enrico VIII ad Anna Bolena mostrano il lato seduttivo di un sovrano e rappresentano l'aspetto intimo di una crisi politica che sconvolse l'Europa del Cinquecento. Convintosi ormai che la legittima moglie, Caterina d'Aragona, non poteva offrirgli eredi maschi, Enrico Tudor comincia a corteggiare la damigella della moglie e parimenti a pretendere che la Chiesa di Roma annulli il matrimonio con Caterina. Il conflitto con Roma si concluderà come si sa, con il ripudio di Caterina, lo Scisma anglicano, il matrimonio con Anna. Le vicende che seguiranno poi - il fallimento del secondo matrimonio, le accuse di adulterio e stregoneria, il processo farsa e l'esecuzione della regina - appartengono anch'esse alla storia politica e disegnano un'ombra cupissima su queste missive che, al contrario, mostrano un uomo innamorato e determinato nella passione e un'interlocutrice muta - nessuna lettera d'amore di Anna è sopravvissuta al tempo - ma che appare sapiente nel dosare concessioni e ritrosie, vicinanze e separazioni. Scritte dapprima in francese, la lingua della seduzione, e poi in inglese, un inglese diretto ed essenziale, così come diretto ed essenziale è il sentimento del re. Con un saggio di Nadia Fusini

Scene da un matrimonio

soffio_della_vita_cop.jpgIL SOFFIO DELLA VITA : CORRISPONDENZA CON EVGENIJA (1921-1931), Boris Pasternak
Le lettere di Boris Pasternak alla sua prima moglie Eugenija Lur'e aprono una porta segreta su "scene da un matrimonio" dove l'amore viene lentamente sovvertito dal bisogno impellente dei due protagonisti di affermare il proprio istinto creativo. Il nucleo centrale dello scambio epistolare coincide con i dieci anni del matrimonio con la giovane pittrice, conosciuta nell'estate del 1921, poco prima che i genitori del poeta lasciassero la Russia.

Triangoli

triangoli_di_lettere_cop.jpgTRIANGOLO DI LETTERE : CARTEGGIO DI FRIEDRICH NIETZSCHE, LOU VON SALOMÉ E PAUL RÉE, a cura di Ernst Pfeiffer
Fra l'aprile e l'ottobre 1882 Friedrich Nietzsche, allora all'apice della sua creatività ma ignoto al pubblico più vasto, la giovane e affascinante russa Lou von Salomé e il filosofo Paul Rée furono legati da un sodalizio vibrante, fonte di innumerevoli pettegolezzi, ricostruzioni, interpretazioni. Il fatto centrale e più significativo di questo rapporto triangolare fu che Nietzsche riconobbe in Lou l'unico essere femminile che avrebbe desiderato iniziare alle sue scoperte. Questa lacerante vicenda si è dispiegata davanti ai nostri occhi solo in anni recenti, allorché Ernst Pfeiffer ha potuto radunare tutti i documenti: lettere, ma anche testimonianze laterali.