Il tema di questa edizione sarà Biblioteche presidio di democrazia e libertà e tutte le biblioteche sono state invitate ad organizzare eventi per sottolineare la funzione pubblica ed etica delle biblioteche, per testimoniare il valore della memoria collettiva, per rilanciare il ruolo dei bibliotecari come professionisti che garantiscono l’accesso all’informazione e alla conoscenza a tutti e senza censure, per veicolare i principi e le azioni di inclusione, partecipazione e accesso libero che caratterizzano la missione di tutte le nostre biblioteche.
Per approfondire il tema di quest’anno, abbiamo pensato a un percorso di lettura suddiviso in tre tappe. Nella prima, esploreremo alcuni tragici episodi che, dall'antichità fino a giorni drammaticamente recenti, hanno previsto la distruzione sistematica dei libri e delle biblioteche, luoghi di accesso alla conoscenza e per questo giudicate pericolose, da sorvegliare, da censurare, talvolta da eliminare .
Da sempre sono però esistite straordinarie figure che della custodia dei libri hanno fatto la loro ragione di vita. A loro è riservata la seconda tappa di questo percorso: copisti, antiquari, bibliotecari, vissuti in secoli diversi, ma uniti da un’unica missione.
E infine concludiamo la terza tappa con una domanda: in che modo le biblioteche possono esercitare oggi una funzione civica e democratica forte? Un libro prova a fornire delle risposte a un quesito che rimane sempre aperto e in evoluzione.
BIBLIOTECHE DISTRUTTE NELLA STORIA:
Libri al rogo. Storia della distruzione infinita delle biblioteche - Lucien X. Polastron
L’opera, frutto di un approfondito lavoro storico, tratta della distruzione dei libri e delle biblioteche che li hanno ospitati, dall’antichità ai giorni nostri. Distruzioni volute dalle autorità, incidenti, catastrofi naturali. E roghi di libri che hanno puntualmente illuminato il corso della storia quasi a voler cancellare il pensiero umano. E nuove biblioteche che sono risorte dalle ceneri.
È anche un libro sull’intelligenza e la stupidità degli uomini e pone domande inquietanti sui “pericoli” contemporanei che minacciano i libri “di carta”, così come li conosciamo ed amiamo.
Il sogno della biblioteca “assoluta” sta forse trasformandosi nell’incubo intravisto da Bradbury, Canetti, Huxley, Orwell ed altri?
Con esattezza documentaria ed emozione, l’autore si interroga sulle cause dei disastri, parte alla ricerca dei tesori perduti, racconta le cause del loro sterminio e si lancia sulle tracce dei libri superstiti.
Conclude con una cronologia selettiva: dall’anno 1358 a.C., distruzione delle biblioteche di Tebe al recente anno 2003, incendio, sacco o devastazione di quasi tutte le biblioteche irachene a seguito del “cessate il fuoco”
EROICI CUSTODI DI LIBRI:
Il circolo dei manoscritti. Dodici storie di libri dal medioevo a oggi- Christopher de Hamel
I manoscritti medievali sono tra le più grandi opere della cultura europea. Frutto non della composizione di caratteri mobili (o delle tecnologie più odierne di stampa), ma del paziente lavoro di mani e menti - un lavoro fatto di pelle, inchiostro e sublime immaginazione - questi manufatti hanno viaggiato nei secoli e sono giunti fino a noi grazie agli uomini e alle donne che li hanno preservati e ne hanno riconosciuto l'inestimabile valore. Allo stesso tempo veicoli di cultura, monumenti artistici, reperti d'interesse storico-economico, geografico e letterario, i manoscritti sono però anche e soprattutto oggetti del desiderio. Le ragioni per cui gli uomini li bramano sono spesso le più diverse. Attraverso le storie di chi ha partecipato alla loro produzione, di chi li ha raccolti, studiati, perfezionati, salvati, custoditi, perfino di chi li ha falsificati, Christopher de Hamel mostra in queste pagine cosa significhi nascere con la passione del collezionista o dello studioso, o essere animati da un'autentica ossessione, che talvolta sconfina nella follia o finanche nella malvagità. Spaziando in quasi mille anni di storia, tra castelli, biblioteche e abitazioni private, tesse le storie di dodici incredibili personaggi. Un monaco dell'XI secolo, un duca francese, un umanista della Firenze rinascimentale, un miniaturista fiammingo, un antiquario britannico, un rabbino tedesco. E poi ancora un litigioso abate ostile all'Ancien Régime, un bibliotecario del British Museum, un abile falsario, un premio Nobel, un collezionista d'arte e la prima direttrice di uno degli istituti culturali contemporanei più importanti degli Stati Uniti. Un variegato campionario di eccentrici bibliofili che l'autore evoca e riunisce in un fantomatico «circolo dei manoscritti» che parla di libri, ma anche e soprattutto di chi li ha sfogliati e di chi, in futuro, continuerà a farlo. Un club immaginario che abbraccia otto secoli.
RUOLO CIVICO DELLE BIBLIOTECHE:
La biblioteca di Raskolnikov: libri e idee per un'identità democratica -Luciano Canfora et al (a cura di Simonetta Fiori)
La democrazia è sempre a rischio. E in tempi di populismi cresce il pericolo di una involuzione autoritaria. Per arrestarlo occorre una robusta coscienza democratica. Ma che cosa vuol dire? E attraverso quali libri si forma una identità civile capace di fronteggiare le tempeste del presente? Intellettuali di diverso orientamento – progressisti e non – indicano la loro biblioteca ideale, libri e proposte per orientarsi nella grande confusione di oggi. «Come si costruisce una mentalità democratica? Ci sono saggi e romanzi che più di altri abbiano la forza di trasmettere l’idea di democrazia nel suo significato di resistenza? Abbiamo chiesto a otto intellettuali di indicarci le bussole della loro navigazione, scegliendo le opere sopravvissute alle catastrofi della storia. E di affiancare allo scaffale dei classici quei titoli che possano orientare un giovane lettore di oggi tra guerre, rivoluzioni tecnologiche e apocalissi climatiche. Ne è scaturita una biblioteca democratica di straordinaria varietà, dove la letteratura non è ancillare rispetto alla storia e all’economia. Perché nessuno più di Dostoevskij è capace di inoltrarsi nei recessi bui della coscienza, nessuno più di Calvino ha saputo dare forma narrativa alla distanza storica tra partigiani e ragazzi di Salò. E solo con Primo Levi usciamo dalla notte oscura del Novecento con l’attrezzatura morale attraverso la quale leggere il mondo