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POLITICHE DELL'AMICIZIA 

 

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POLITICHE DELL'AMICIZIA
I NEURONI SPECCHIO. COME CAPIAMO CIÒ CHE FANNO GLI ALTRI

 

 

 

politiche_dell_amicizia.jpgPOLITICHE DELL'AMICIZIA, Jacques Derrida 

E' il lavoro più recente di Derrida, dedicato a uno dei grandi temi della filosofia morale: l'amicizia. Tutto gira attorno all'interpretazione e allo smontaggio di una frase che Montaigne riprende da Aristotele: "Oh miei amici, non c'è nessun amico". Questa che appare una manifesta contraddizione si rivela invece come il motore paradossale delle nostre idee principali riguardo al conflitto, alla politica, al dialogo. Derrida ricava così da una frase un'intera tradizione di pensiero, da Aristotele, attraverso Nietzsche, fino a Blanchot e ne indica lo sfondo implicito e l'alone di interdetto che la accompagna e la lascia aperta per noi.
 

Quando nasce un vero rapporto d’amicizia, l’uomo sente il bisogno di condividere le proprie emozioni con il suo amico. È vero ciò che ripeteva Architta di Taranto: “se un uomo salisse in cielo e contemplasse la natura dell’universo e la bellezza degli astri, la meraviglia di tale visione non gli darebbe la gioia più intensa, come dovrebbe, ma quasi un dispiacere, perché non avrebbe nessuno a cui comunicarla”. Questo per indicare che gli amici hanno bisogno di condividere ogni situazione, che sia un momento di gioia come quello che nasce dall’osservazione dell’universo e degli astri, o che sia un momento di disagio, come anche ci fa capire Renzo nel romanzo de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni: “Son cose brutte, cose che non si sarebbe mai creduto di vedere; cose da levarvi l’allegria per tutta la vita; ma però, a parlarne tra amici, è un sollievo”. (continua a leggere su Labottegadeilibri.it)

Jacques Derrida nasce ad Algeri il 15 luglio del 1930. Terzo di cinque figli in una famiglia ebraica sefardita originaria di Toledo. Frequenta la scuola pubblica, ma viene espulso a causa dei provvedimenti antisemiti voluti dalla repubblica collaborazionista di Vichy. Dopo l’espulsione si iscrive presso una scuola ebraica fino al diploma di  maturità. 
Nel dopoguerra si appassiona alla filosofia, e nel 1949 si trasferisce a Parigi, dove viene ammesso alla École Normale Supérieure e nel 1954 consegue il diploma. Vince poi una borsa di studio per Harvard e, dopo essersi sposato, nel 1957 svolge il servizio militare in Algeria. Agli inizi degli anni Sessanta inizia ad insegnare alla Sorbona e tiene numerosi seminari, che negli anni lo porteranno anche negli stati Uniti e in numerosi altri paesi, acquisendo fama a livello internazionale. Ottiene una laurea honoris causa a Cambridge e una a Gerusalemme. Nelle sue numerose opere ha affrontato diverse tematiche, riflettendo anche su questioni politiche quali il terrorismo e le questioni legate al Medio Oriente. Jacques Deridda muore a Parigi il 9 ottobre del 2004.
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neuroni_specchio_cop.jpg I NEURONI SPECCHIO. COME CAPIAMO CIÒ CHE FANNO GLI ALTRI, Marco Iacoboni

A 14 anni dalla prima pubblicazione un libro particolarmente attuale, le cui implicazioni nella ricerca più avanzata sono sempre più ricche, come evidenziato nell’interessantissima intervista coll’autore. Come descrivere la capacità umana di leggere nella mente degli altri individui, comprendendo in modo immediato i loro pensieri e sentimenti e reagendo in modo appropriato alle azioni da essi compiute? Grazie alla scoperta dei neuroni specchio si è aperta una prospettiva di ricerca rivoluzionaria. In particolare, si è constatato che durante l'osservazione di un'azione eseguita da un altro individuo, il sistema neurale dell'osservatore si attiva come se fosse egli stesso a compiere la medesima azione che osserva: di qui il nome "neuroni specchio". Si ritiene che essi rendano possibile l'apprendimento imitativo e la comunicazione verbale. Marco Iacoboni ci conduce direttamente al cuore di queste ricerche, illustrando i principali esperimenti che ne hanno segnato le tappe e discutendo la loro ricaduta a livello scientifico, filosofico e sociale. Dal punto di vista scientifico, la ricaduta più interessante sembra essere l’aver generato molte collaborazioni interdisciplinari tra neuroscienziati e altri tipi di studiosi, ispirando progetti di ricerca molto creativi. “Rizzolatti, Gallese, Fogassi e Fadiga furono i favolosi quattro che insieme trasformarono le neuroscienze (un po' come i Beatles trasformarono la musica)”.
Dal punto di vista filosofico, i neuroni specchio dimostrano come il sé e l’altro non sono così separati, che siamo il prodotto delle nostre relazioni sociali.. Anche il concetto di libero arbitrio viene ridimensionato e ridiscusso. D’altro canto, questo non nega una componente decisionale individuale, dovuta alla presenza di strutture di controllo dei neuroni specchio.
“Da un punto di vista sociale, l’esistenza dei neuroni specchio dimostra che l’evoluzione ha selezionato un meccanismo nel nostro cervello che ci rende fondamentalmente agenti sociali empatici. Siamo stati indottrinati per secoli sul fatto che la nostra natura è egoista e che dobbiamo apprendere a cooperare con gli altri. I neuroni specchio  suggeriscono che la nostra natura è in realtà fondamentalmente empatica. Semmai, sono le influenze culturali che ci rendono egoisti. Rendersi conto di ciò dovrebbe renderci un po’ più immuni da quelle influenze culturali. Iacoboni introduce il concetto di “neuroscienze esistenziali”.

Quando vediamo qualcun altro che soffre o sente dolore, i neuroni specchio ci aiutano a leggere la sua espressione facciale e a farci provare la sofferenza o il dolore di quell'altra persona. Simili momenti, sono la base fondante dell'empatia, e probabilmente anche del senso morale, un senso morale profondamente radicato nella nostra biologia.
I neuroni specchio forniscono per la prima volta, una spiegazione neurofisiologica plausibile per forme complesse di cognizione e di interazione sociale.
Nell'aiutarci a riconoscere le azioni delle altre persone, i neuroni specchio ci aiutano anche a riconoscere e comprendere le ragioni più profonde che stanno dietro a quelle azioni, le intenzioni degli altri individui.

Lectio Magistralis: Marco Iacoboni: Meccanismi neurali e funzionali per empatia e altruismo

Marco Iacoboni è un neurologo e neuroscienziato italiano che fa ricerca e insegna da molti anni alla University of California, Los Angeles (UCLA). È Professore presso il Department of Psychiatry and Biobehavioral Sciences della David Geffen School of Medicine dell’UCLA. Dirige inoltre il Neuromodulation Lab dell’Ahmanson-Lovelace Brain Mapping Center dell’UCLA

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