Paura della morte
Culto dei morti
Cimiteri
Dolci dei morti
Halloween 
Halloween junior
I vampiri
Cinema e paura
 
Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede.
Woody Allen, Citarsi addosso, 1975

 

La morte ha avuto un ruolo fondamentale in tutte le religioni e in tutte le correnti filosofiche. Epicuro sosteneva che uno dei compiti della filosofia fosse alleviare l'infelicità umana causata da quattro mali dell'uomo, tra cui la paura della morte.

- Morte - anche solo nominarla può dare fastidio, rappresenta la perdita totale, la fine di tutto. Irvin D. Yalom, psichiatra e psicoterapeuta americano di fama mondiale, sostiente però che anche se la fisicità della morte ci distrugge, l’idea della morte ci salva e il suo Dono della terapia è un interessante testo di psicoterapia individuale che tratta tra gli altri anche il tema della tanatofobia.
Anche romanzieri illustri hanno trattato il tema della paura della morte tra questi Julian Barnes che non ha mai fatto mistero della propria ossessiva tanatofobia e nel suo libro Niente paura riflette sulla mortalità riportando aneddoti e citazioni di illustri tanatofobi, oltre che raccontando la storia della sua famiglia.

Altri libri che affrontano il tema della morte:

saper_accompagnare.jpgcinque_inviti.jpgmorte_amica.jpgfissando_il_cielo.jpg

Si potrebaccoppiamenti_cimiteri.jpgbe azzardare dunque che il culto dei morti, che sappiamo bene esistere fin dai tempi dell'uomo primitivo, quando cioè esso seppelliva i propri morti sotto rocce e grotte, lasciandogli accanto tutto ciò che potesse servire allo spirito (cibo, oggetti, utensili, armi) possa rappresentare la necessità dell’uomo di assicurarsi l'esistenza di una continuazione della vita oltre la morte: il culto della morte che che è culto per la vita.
I Cimiteri diventano così il luogo per eccellenza dove il culto dei morti viene praticato dai vivi. La sepoltura, oltre a proteggere il defunto, è strettamente connessa al suo ricordo e alla sua venerazione. Sulla tomba si può tornare e continuare a mantenere vivo il legame con il defunto; il cimitero è il luogo dove vivi continuano ad essere in connessione con i morti (sull'argomento due romanzi nella rubrica Accoppiamenti giudiziosi).

I riti funebri rappresentano anche una modalità sociale per far fronte alla morte e pur differenziandosi molto da una cultura all'altra, tutti ci aiutano a salutare il morto, ad accompagnarlo nel passaggio verso un'altra vita e a sancire il riconoscimento del dolore per la perdita da parte chi chi resta; molti sono gli studi che esplorano sia gli aspetti sociologici, sia quelli psicologici  della perdita di una persona cara, ne citiamo alcuni che potete trovare in biblioteca:

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Nel giorno dedicato al ricordo dei morti in tutto il mondo moltissime sono le consuetudini che si assomigliano e che hanno in comune fra loro: addobbi floreali nei cimiteri, lumini e candele, così come è diffusa anche l'usanza di preparare alcuni dolciumi, chiamati "dolci dei morti", per celebrare la giornata. Anche in Italia, in molte regioni, ancora si usa la notte tra l'1 ed il 2 novembre, porre questi dolci e panificati sulle tavole e così le fave da morto, le favette dei morti (prova la ricetta del libro La cucina delle fiabe. Fate, streghe ed elfi ai fornelli, Roberto Carretta), gli ossi dei morti, i cavalli, le mani, i pan dei morti, sono solo alcuni dei nomi che li contraddistinguono e che, oltre a rappresentare un'offerta per sostentare i morti, hanno la funzione di aiutare i vivi che li mangiano ad entrare in comunione con i defunti stessi e in ultimo, anche a sdrammatizzare ed esorcizzare la paura della morte, come ci raccontano bene Eraldo Baldini e Giuseppe Bellos in Halloween. Nei giorni che i morti ritornano.

Tutti questi elementi li ritroviamo nella festa legata alla morte per eccellenza: Halloweenhalloween_ragazzi_principale.jpg
La morte è infatti il tema principale della festa che avviene nel periodo dell'anno in cui la natura sembra immobile e inattiva, mentre in realtà si rinnova sottoterra, esattamente, dunque, dove riposano i morti.
Pur essendo una festa originaria dell'Irlanda, sono sicuramente gli americani che festeggiano senza risparmi di mezzi: zucche intagliate, addobbi spaventosi, fantasmi e altri mostri alle finestre e bambini mascherati che vanno di casa in casa chiedendo: “dolcetto o scherzetto”. Puoi trovare i libri su Halloween nella nostra sezione junior.

vampiro.jpgHalloween fa leva su tutte le nostre paure più nascoste: mostri, zombie, fantasmi, streghe, spiriti maligni e ultimi, ma non in ordinocchi_paura.jpge di importanza, i Vampiri. Il non-morto, da sempre rappresenta una delle paure umane più ancestrali, il vampiro, Dracula, un essere terrificante che non-vive e che si nutre dell’essenza vitale di altri viventi. 

Per molte persone sfidare le proprie paure e i propri limiti con i film horror è parte di una tradizione personale: quale occasione migliore di sfruttare Halloween per una maratona film horror?

Se la festa americana è riuscita quasi ad oscurare la sua origine anglosassone, dobbiamo dire che forme diverse, ma simili, di festeggiamenti li troviamo davvero in ogni parte del mondo e ne citiamo uno per tutti: Il día de Muertos in Messico che è diventato patrimonio dell'umanità ormai dal 7 novembre 2003. Qui i festeggiamenti durano molti giorni e si rifanno alle tradizioni precolombiane, con musica, bevande e cibi tradizionali, per le strade è usuale incontrare rappresentazioni caricaturali della morte, ed è ancora consuetudine preparare l'"altare dei morti" con immagini del defunto, una croce, un arco e incenso, in modo tale che durante tale giorno, lo spirito del defunto venga a trovare i propri cari, come ci racconta il bellissimo film d'animazione Coco  che si svolge proprio durante questa festa.